E’ di ieri la notizia che, per accontentare la energica e consistente protesta dei pescatori professionali, andata in scena a Piazza Montecitorio nei giorni scorsi, relativa alle sanzioni reputate eccessive (Legge 154/2106), il Governo e il gruppo di maggioranza del PD in Commissione Agricoltura e Pesca hanno frettolosamente tirato fuori dal cassetto il testo unificato sul comparto ittico (quello famoso per l’introduzione della LICENZA A PAGAMENTO per i pescatori sportivi) e lo ha fatto calendarizzare per il voto in Aula per il giorno 27 marzo 2017.
Per chi non ne fosse a conoscenza e, soprattutto, per chi lo avesse dimenticato, la proposta di legge in questione, oltre a introdurre una tassa di 10 e 20 euro per chiunque eserciti la pesca non professionale in mare, da terra o da natante, ripartisce i proventi di tale Licenza per il 60% ai pescatori professionali (per garantirgli un introito durante il periodo del fermo pesca), per il 30% alle Capitanerie di Porto (per attività di controllo) e il 10% al CONI (che si presume servano all’attività sportiva in capo alla FIPSAS).
CHE SIA CHIARO A TUTTI, LA FEDERAZIONE NON ACCETTA TALE RIPARTIZIONE (COMPRESO IL CONTENTINO DEL 10%) E RISPEDISCE AL MITTENTE. PERCHE’, LA FEDERAZIONE VUOLE IL BENE DELLA PESCA SPORTIVA E RICREATIVA IN GENERALE, E NON AGISCE PER PROPRIO TORNACONTO!
La FIPSAS, pertanto, ha deciso di intraprendere per l’ennesima volta la battaglia affinché tale eventualità di pagare per pescare non si concretizzi. Intanto, lo farà attraverso tutta la sua organizzazione territoriale, per poi sollecitare chiunque abbia la passione di lanciare amo e lenza in acqua, cioè coinvolgendo, tutta il mondo della pesca sportiva e ricreativa: Federazione, tesserati, pescatori ricreativi, associazioni, società, negozi, aziende della pesca e della nautica, stampa specializzata, supponendo che sia l’unica possibilità per avere più voce e far valere i nostri diritti.
Da lunedì, si scende in campo, sperando di non essere soli!
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